Dott. Silvia Piva

Psicologa Infantile a Bologna e Imola

Si occupa di disturbi dello sviluppo e dell’apprendimento

 

Bambini e Regole

Ho un bambino di 8 anni, sto avendo problemi con lui, non mi ascolta, non vuole lavarsi, vuole dormire ancora nel mio letto se no sta sveglio tutta la notte, non gioca con il fratellino, pretende tutto. Cosa dobbiamo fare?

E’ importante cominciare, quando il bambino è piccolo, a dare alcune semplici regole che riguardano l’organizzazione della sua vita . Tali regole solitamente riguardano i pasti, il sonno, la cura del corpo e le principali norme di educazione socialmente comuni. Il bambino deve inoltre capire che sono mamma e papà che stabiliscono le regole da seguire e deve imparare a dare loro ascolto. Se questo lavoro educativo non viene fatto fin dalla prima infanzia, ci si può ritrovare letteralmente “schiavi” di un bambino che decide a suo piacimento quando e dove dormire,cosa mangiare, se lavarsi o no, il tutto condito da capricci incontenibili se si cerca di convincerlo a cambiare atteggiamento. Per cambiare la situazione in cui vi trovate, che vi assicuro è comune a tantissime famiglie, bisogna introdurre alcuni punti fermi. Lei e suo marito dovete discutere un piano di regole da introdurre nella vita di vostro figlio. Cominciate con alcune regole,non tante, ma rimanete fermi e uniti nelle vostre decisioni. Bisogna sempre spiegare il perché delle regole ai bambini in modo che loro capiscano che la regola introdotta è per il loro bene e non per punirli. Se avete deciso che alle dieci il bambino deve andare a letto (nel suo letto), gli comunicate la regola che avete introdotto , quando sono le dieci lei o suo marito lo porterete nella sua camera cercando di addormentarlo, magari aiutandovi con una storia, con la musica, o con un gioco rilassante. Il momento del sonno può diventare piacevole, un momento di dolcezza tra la mamma e il bambino, un occasione della giornata per stare un po’ insieme prima di dormire. E’ molto probabile che il bambino all’inizio non prenda bene l’introduzione della nuova regola e cominci a fare i capricci.

Qui le introduco il secondo punto fermo; i capricci sono un modo di comunicare sbagliato dei bambini, il bambino comincia a piangere o ad arrabbiarsi perché sa che così ottiene ciò che vuole. Per spezzare questo meccanismo bisogna insegnare al bambino a comunicare parlando, facendogli capire che se fa i capricci non gli si darà attenzione e non otterrà quello che vuole. E’ importante non cedere quando il bambino cerca di ottenere ciò che vuole attraverso il pianto o attraverso le reazioni di rabbia, altrimenti si rinforza il comportamento sbagliato e la convinzione che portando mamma e papà allo sfinimento si ottiene ciò che si vuole. Quando il bambino piange perché vuole qualcosa che non gli si può concedere bisogna sempre cercare di tranquillizzarlo traducendo a parole quello che lui sta esprimendo con il pianto, ma senza cedere. Il mio consiglio è quindi quello di decidere insieme delle regole, è importante che siate uniti, comunicate e spiegate il perché delle vostre regole al bambino e infine fatevi rispettare non cedendo ai capricci. Capisco che spesso due persone adulte, la sera dopo una giornata di lavoro non abbiano voglia di sentire il pianto del bambino e che magari si decida di accontentarlo per quieto vivere, ma si corre poi il rischio di ritrovarsi a non decidere più niente e ad essere in balia degli umori del proprio figlio.

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