Difficoltà di comunicazione
Ho due bambine: la prima di 7 anni e la seconda di 5 anni. La mia domanda è in relazione alla mia prima figlia: è una bambina molto intelligente, ed è, ritengo, fin troppo sensibile. Ha un carattere un po’ introverso e posso considerarla abbastanza timida, soprattutto quando si trova con persone a lei sconosciute. In queste occasioni se le si rivolge una domanda lei sorride ma non risponde. Il problema più grande che ho riguarda il contesto scolastico. Al terzo anno dell’infanzia si è chiusa completamente, ovvero per l’intero anno scolastico è riuscita a non proferire parola neanche in momenti di bisogni fisiologici. Quest’anno frequenta il primo anno della primaria, in classe non proferisce, e per la lettura, l’insegnante la fa uscire dalla classe così da essere da sola con l’insegnante. In classe se deve parlare con le amichette, lo fa a bassa voce, sussurrando all’orecchio. Ho sperato che col tempo superasse questa sua posizione ma non è successo. Nel frattempo ha provato con maniere dolci, meno dolci, dialogando molto. A questo punto mi chiedo:” E’ necessario un intervento di una persona esterna?”
Da quanto mi ha descritto mi pare di capire che il problema non sia riconducibile soltanto a un fattore di timidezza. E’ molto probabile che la bambina abbia un motivo suo per non parlare, che sia questo un blocco, un complesso o una decisione personale. E’ comunque importante capire perché una bambina anche se timida smette di proferire parola durante il suo terzo anno di vita. E’ possibile che la sua chiusura coincidesse con l’inserimento alla scuola materna? Il terzo anno di vita è un periodo cruciale per la formazione della personalità del bambino e sarebbe sicuramente importante, per capire da dove parte il problema, ripercorrere quel periodo.
Comunque se le capacità verbali e comunicative della bambina sono positive al di fuori del contesto scolastico vuol dire che è soltanto la situazione in se a crearle difficoltà, quindi io penso che questa sua difficoltà sia sicuramente superabile, affrontandola e non assecondandola. Per capire qual è la linea da seguire bisogna sapere da dove nasce il problema, un parere di un esperto dell’infanzia potrebbe sicuramente esserle utile.